Un nuovo articolo di Giulia Natale per la rubrica Miscuglio
Gentili bibliotecari e bibliotecarie, nuovamente qui, nuovamente insieme, animati dall’intento di sempre: condividere segnalazioni di app e digitale bello e utile per informare genitori, insegnanti e educatori e per costruire proposte di attività per famiglie e nuovi giovani utenti nelle vostre biblioteche.
Non vedevo l’ora di condividere il filo conduttore di oggi per la rubrica Miscuglio.
È un tema irresistibile per tutti, sia grandi sia piccoli, è l’Arte.
Arte come prima espressione del desiderio umano di lasciare traccia e testimonianza di sé e della comunità cui si appartiene, documento e interpretazione.
Nel nostro caso possiamo constatare che anche quando l’arte si incarna nel digitale offre un mondo vivido, multiforme, creativo per definizione, aperto e libero, offrendo app per insegnare, per imparare in autonomia, per incontrarsi in sperimentazioni laboratoriali (Atelier) e per gioire della straordinaria capacità espressiva dell’uomo.
Fortunatamente sugli store c’è ampia disponibilità di app – sia in termini di quantità sia di qualità – che introducono e trattano l’arte con differenti approcci e architetture interattive.


Una fra le più interessanti nel panorama delle pubblicazioni digitali interattive non è una app nuova ma una cara vecchia conoscenza, Mixerpiece di Giuseppe Ragazzini per iOs; l’avevo già sperimentata in passato quando nel 2019 ricevette una Menzione Speciale al Bologna Children’s Digital Award e si conferma ancora squisitamente affascinante per la grazia strutturale e per la propulsione creativa che veicola, generosa e acuta, qui il sito dedicato
Si spiega facilmente ed è molto intuitiva ma per coglierne al meglio lo spirito vi invito a scaricarla.
Mixerpiece mette a disposizione un ricco archivio di “pezzi” con cui comporre nuove personali immagini artistiche. Nasi, occhi, bocche, busti, sfondi, visi, oggetti vari, tutti elementi rigorosamente mutuati dalle opere di grandi artisti attraverso i secoli da Michelangelo a Picasso; l’attività compositiva si esprime pienamente nel gioco libero degli accostamenti ed è anche sostenuta, per ciascun pezzo, dalle informazioni relative al capolavoro di provenienza portando così ad un riconoscimento che a poco a poco diventa apprendimento, da parte del bambino/ragazzo, dello stile dell’artista e della sua arte.
Il risultato è di divertimento e di consapevolezza veicolati da un’attività partecipativa che rende il gesto e le associazioni visive espedienti per un apprendimento molto naturale.
Mixerpiece mette a disposizione un ricco archivio di “pezzi” con cui comporre nuove personali immagini artistiche. Nasi, occhi, bocche, busti, sfondi, visi, oggetti vari, tutti elementi rigorosamente mutuati dalle opere di grandi artisti attraverso i secoli da Michelangelo a Picasso; l’attività compositiva si esprime pienamente nel gioco libero degli accostamenti ed è anche sostenuta, per ciascun pezzo, dalle informazioni relative al capolavoro di provenienza portando così ad un riconoscimento che a poco a poco diventa apprendimento, da parte del bambino/ragazzo, dello stile dell’artista e della sua arte.
Il risultato è di divertimento e di consapevolezza veicolati da un’attività partecipativa che rende il gesto e le associazioni visive espedienti per un apprendimento molto naturale.


Nelle mie ricerche sugli store ho poi incontrato la premiata Please, Touch The Artwork, app con 3 singoli giochi, ognuno basato su una diversa opera iconica.
Il primo gioco è la storia delle origini dell’arte astratta ed è quello che comunemente è definito rompicapo fra colori e linee su tela. È impegnativo. Il secondo riguarda Boogie & Woogie, due quadrati innamorati che vorrebbero stare insieme ma trovano mille ostacolati e noi siamo lì per aiutarli. Il terzo è un trasferimento nella Grande Mela tra emozioni contrastanti mentre si raccolgono le lettere per formare una poesia.
Aveva l’aria interessante e insolita per cui l’ho acquistata per sperimentarla … ed effettivamente lo è, molto insolita, forse per me è stato un azzardo, ho faticato a capirla e ho faticato a entrare in sintonia con l’attività interattiva che ci mette in relazione con l’arte astratta e con le regole di riproduzione da afferrare!
Insomma, ci ho messo un’eternità ad apprezzarla.
Strana? Stravagante? Innovativa!

Quando incrocio app di questo genere – non immediatamente affini al mio approccio logico e ludico – un po’ mi scoraggio (perché non riesco a procedere), un po’ mi entusiasmo (quando capisco e vedo esprimersi il processo creativo), un po’ resto ipnotizzata (nel pensare a come funzioni la mente degli sviluppatori, nello specifico di Thomas Waterzooi, l’autore di questa). È qui per iOs, qui per Android
Infine, ho trovato conforto nell’app DailyArt, da molti già tanto amata, scaricata, elogiata e aggiornatissima sia per iOs sia per Android di Zuzanna Stanska, un bel classico per la struttura e per la ricchezza del catalogo di immagini d’arte e delle schede con le informazioni. E’ in continua espansione ed è un punto di riferimento per studenti e appassionati. Un rifugio, un luogo di ispirazione in cui stare per avere l’Arte sempre vicina esplorando capolavori, argomenti di storia dell’arte, contenuti speciali, collezioni, musei e città. Divulgativa e amabile.
Potete beneficiare della prova gratuita di 7 giorni per poi stabilire se abbonarvi alla versione Premium.



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Sono lontanissima dall’aver condiviso il meglio ma per oggi è tutto!
Appuntamento al prossimo articolo ricordando l’app Artoo, quell’orso che vive nella soffitta di un museo e che fa da guida ai bambini che con lui crescono nella passione per l’arte,
ne avevamo parlato qui L’arte in percorsi formativi, educativi e pedagogici, l’arte nei musei, nei libri, nel mondo e nel digitale in biblioteca. Buon lavoro!
Giulia Natale